PADOVA
Secondo la leggenda, Padova fu fondata circa 1000 anni prima della nascita di Cristo dal principe Anténore, che giunse in Italia dalle rovine di Troia. Sia Omero che Tito Livio parlarono dell’episodio. Ma le origini di Padova potrebbero essere ancora più antiche e legate al popolo degli Euganei, che stabilirono un primo insediamento sulle rive del Bacchiglione.
L’insediamento cadde poi nelle mani dei Romani e, intorno alla metà del I secolo, si tarsformò in una città romana (Patavium). A mano a mano che la città cresceva, divenne una delle più ricche e grandi dell’impero. Nel periodo augusteo, Padova era la terza città più importante dell’impero romano, dopo Roma e Candice (in Spagna). La ricchezza di Padova era in gran parte dovuta alla sua posizione geografica, al centro di due importanti corsi d’acqua, i fiumi Brenta e Bacchiglione, che la trasformarono in uno snodo strategico per il trasporto delle merci.
Padova rimase indifesa dopo la caduta dell’impero romano e cadde nel mirino di signori della guerra in cerca di potere. Unni, Goti e Longobardi si scontrarono per il controllo di Padova e quando gli Unni la rasero al suolo alcuni abitanti si rifugiarono a Monselice, un luogo relativamente più sicuro, mentre altri si diressero sui Colli Euganei e altri ancora cercarono rifugio nella nuova città di Venezia.
Il XII secolo fu teatro di lotte di potere tra città e di contese sui confini territoriali. Nel 1328 il controllo della città passò nelle mani dei Signori da Carrara. Durante il lungo periodo di pace che seguì, Padova divenne nuovamente un importante centro per il trasporto di merci verso Chioggia e Venezia.
Quando i Veneziani decisero di espandere il loro controllo sulla terraferma, si puntarono su Padova e dal 1405 al 1797 la città divenne parte della Repubblica di Venezia e visse un periodo di ininterrotta pace e prosperità, sviluppando il suo potenziale industriale e commerciale e diventando anche il centro culturale della Repubblica, grazie a studenti e professori universitari molto innovativi. Nel 1518 i Veneziani costruirono la Porta Portello a Padova, dove si svolgevano attività commerciali e militari. A quel tempo lo scambio di merci e di passeggeri fra Padova e Venezia era talmente sviluppato che al piccolo porto attraccavano fino a ottanta barche al giorno. Dal 1797 al 1813 la città era sotto il controllo dei francesi e poi degli austriaci. Napoleone ordinò la costruzione di un sistema stradale che migliorasse il trasporto via terra. Nella metà del 1800 le prime vie ferroviarie vennero completate ed estese a tutta Italia. Queste vie corrono spesso parallele ai canali.
Tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30, per ordine del governo, vennero svuotati alcuni canali per trasformarli in strade dove convogliare il traffico di camion e automobili. Durante la seconda guerra mondiale, i bombardamenti distrussero alcuni importanti porti della città, ma il colpo di grazia al sistema al sistema dei canali fu alla fine della guerra, quando gli americani se ne andarono lasciando indietro i loro autocarri. La popolazione riparò e riciclò i veicoli, che trasportavano le merci più velocemente e in maniera più efficiente rispetto alle barche. I canali sono tuttavia rimasti e i turisti possono attraversarli in crociera durante la notte.
Padova, soprannominata “la Dotta”, ospita la seconda università più antica d’Italia, fondata nel 1222. Lungo i suoi corridoi sono passati Petrarca, Dante e Galileo, ma anche Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna ad aver ricevuto una laurea.
Per secoli la città è stata descritta con la frase: “Padova, città del caffè senza porte, del prato senza erba e del Santo senza nome”, dove “il caffè senza porte” fa riferimento al Caffè Pedrocchi che per molto tempo non ebbe porte perché era aperto 24 ore su 24, “il prato senza erba” è il Prato della Valle, perché non è un prato ma una piazza e il “Santo senza nome” fa riferimento a Sant’Antonio, che in città viene chiamato solamente “il Santo”.
- Vicino all’università, nel pieno centro storico di Padova, in via VIII Febbraio 15°, si trova lo storico Caffè Pedrocchi, una delle tante “botteghe del caffè” che, a imitazione dei caffè veneziani, sorsero in Italia a seguito del successo della commedia di Goldoni “La Bottega Del Caffè”, scritta nel 1736. Grazie alla posizione vicino all’università, il caffè ebbe fin da subito una vasta tipologia di clientela che comprendeva viaggiatori, insegnanti, artisti e studenti. Durante il Risorgimento fu teatro di numerosi scontri politici e sociali, tra cui la famosa rivolta degli studenti contro la polizia austriaca che ebbe luogo l’8 febbraio 1848.
- Nel centro storico di Padova possiamo trovare la Cappella degli Scrovegni (1303-1305), un luogo di culto cattolico che ospita un celeberrimo ciclo di affreschi di Giotto dei primi anni del XIV secolo.Intitolata a Maria Vergine Annunziata, venne fatta costruire da Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano.L’aula si presenta interamente affrescata su tutte e quattro le pareti; Giotto organizzò in tutta la superficie quattro fasce dove vengono narrate le vere storie dei personaggi, incorniciate da cornici geometriche. La forma asimmetrica della cappella, con sei finestre solo su un lato, determinò il modulo della decorazione: una volta scelto di inserire due riquadri negli spazi tra le finestre, si calcolò l’ampiezza delle fasce ornamentali per inserirne altrettanti di eguale misura sull’altra parete.Dal 2006 la Cappella degli Scrovegni è candidata a diventare il secondo sito di Padova del Patrimonio dell’UNESCO (il primo è l’orto botanico del XVI secolo).(Per riuscire a visitare la Cappella degli Scrovegni è necessario prenotare mesi prima).
- La Basilica di Sant’Antonio, costruita tra il 1232 e il 1310, è uno dei principali luoghi di culto cattolici di Padova. Conosciuta dai padovani come “Il Santo”, è una delle più grandi chiese al mondo visitata annualmente da oltre 6,5 milioni di pellegrini che vengono da tutto il mondo per venerare il corpo, e in particolare la lingua, contenuta in un reliquiario dorato, di Sant’Antonio, patrono degli oggetti smarriti e dei bambini. Le statue di bronzo del Santo, come il monumento equestre al Gattamelata, sono opera del grande artista Donatello.
- Il Prato della Valle è la più grande piazza di Padova e tra le più grandi d’Itala e d’Europa, che si trova al centro di un anello stradale trafficato. Risalente alla fine del XVIII secolo è caratterizzata da un’isola centrale di forma ellittica, chiamata isola Memmia, circondata da una canaletta sulle cui sponde si trova un doppio anello di 78 statue. Il Prato mantiene anche le sue funzioni storiche di luogo di commercio e di spettacolo. Ogni sabato vi si svolge il mercato tradizionale di Padova con oltre 160 banchi e ogni terza domenica del mese il mercatino dell’antiquariato. Dall’autunno 2007 alcuni banchi del quotidiano mercato di frutta e verdura delle piazze attorno al Palazzo della Ragione sono stati trasferiti in Prato.Più volte all’anno il Prato ospita anche concerti con decine di migliaia di spettatori, e ogni capodanno e ferragosto vengono organizzate feste con musica e fuochi artificiali.
- Al piano terra del Palazzo della Ragione si trova un mercato, detto Sotto il Salone, che funziona ininterrottamente da quasi 800 anni e rappresenta il più antico Centro Commerciale ancora in funzione.Le merci vendute sono cambiate nel tempo: oggi esistono più di cinquanta piccole botteghe, che propongono prodotti alimentari di qualità come formaggi, carni e salumi provenienti da tutta Italia, enoteche, bar e negozi di oggettistica. Tra le botteghe troviamo: il “Panificio Artusi”, la “Pescheria Adriatica”, la “Casa del Parmigiano”, la “Macelleria Martin”; “La bottega del Prosiutto”, la “Macelleria Bontà Equina” e “Il Mercato del Caffè”.
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L’Orto Botanico di Padova, fondato nel 1545. è il più antico orto botanico al mondo ancora situato nella sua collocazione originaria.
Dal 1997 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
L’orto nasce per la coltivazione delle piante medicinali che costituivano la maggioranza dei “semplici”, medicamenti provenienti dalla natura; per questo motivo l’orto era inizialmente denominato come “Giardino dei Semplici” (“Horti Simplicium”).
Qui si trovano una palma piantata nel 1585, descritta da Gohete durante la sua visita nel 1786, e un albero di ginko che risale alla metà del 1700, insieme a molti alberi storici.
Dal 1835, all’interno dell’orto botanico si trova una biblioteca che dispone di antiche e nuove testimonianze. Oltre ai libri, conserva altro materiale tra cui erbari secchi, manoscritti, fotografie, quadri, planimetrie storiche e oggetti museali. Nello stesso anno fu fondato nel comprensorio dell’orto un erbario, diventato oggi un museo che ha al suo interno una fornita collezione di piante essiccate, alghe, funghi, muschi, licheni, galle, legni, semi e frutti. L’erbario del museo comprende circa 500.000 campioni provenienti da Italia, Europa, Asia, Africa e Americhe, pervenuti a partire dalla fine del XVIII secolo.
Sono importanti anche le piazze di Padova:
- Piazza del Santo, denominata dalla Basilica del Santo, racchiude splendidi capolavori come l’Oratorio di San Giorgio, la Scoletta del Santo e il Gattamelata. La piazza si trova a poche centinaia metri dal grande Prato della Valle.
- Piazza dei Signori, il salotto di Padova, è un elegante spazio aperto nel cuore di Padova e circondato da opere monumentali, come la Torre dell’Orologio, il Palazzo del Capitanio e il Palazzo dei Camerlenghi, che ne fanno una sorta di salotto cittadino. Al giorno d’oggi la piazza è occupata ogni mattina dalle bancarelle del mercato mentre nel pomeriggio e nella sera si trasforma in un elegante salotto, con i tavolini dei bar e delle caffetterie molto frequentati soprattutto nell’orario dell’aperitivo.
- Piazza della Frutta, delle Erbe rappresentano da secoli il centro e il cuore del commercio della città di Padova, infatti ospitano quotidianamente uno dei più grandi mercati d’Italia. Piazza della Frutta è caratterizzata dalla presenza del Palazzo della Ragione, che la separa da Piazza delle Erbe, e dalla Torre degli Anziani incastonata tra il Palazzo del Consiglio e il Palazzo degli Anziani; mentre Piazza delle Erbe è delimitata a Est da due facciate di Palazzo Moroni e a Ovest da Palazzo delle Debite. È attualmente uno dei luoghi più frequentati da studenti e giovani per gli ottimi spritz offerti.
- Piazza Duomo è una delle splendide piazze che si aprono nel cuore di Padova. È caratterizzata dalla presenza della Basilica del Duomo, del Battistero e del Palazzo Vescovile, sede della diocesi di Padova. Davanti al Sagrato del Duomo troviamo Palazzo Bonfari; di fronte al Museo Diocesano è presente Palazzo del Monte di Pietà e attaccato l’Arco Vallaresso.
Il Santo preferito dai padovani
Il nome di Sant’Antonio è così legato a Padova che in molti pensano che sia nato e vissuto in questa città; ma in realtà Sant’Antonio è nato a Lisbona, in Portogallo, nel 1195, con il nome di Ferdinando di Bouillon. In giovane età entrò nell’ordine dei Francescani e successivamente si spostò in Africa. Successivamente venne costretto a tornare a casa da una grave malattia, ma nel tragitto di ritorno a casa una forte tempesta lo fece naufragare sulle coste della Sicilia; qui Antonio visse per qualche periodo nelle coste di Messina e poi si diresse in Umbria spinto dalla curiosità di conoscere San Francesco D’Assisi. L’incontro con San Francesco ebbe un forte impatto su Antonio, che decise di rimanere in Italia diventando un predicatore itinerante.
A Padova, i suoi sermoni attiravano folle così grandi che la chiesa straripava costringendo Antonio a predicare nei campi o nelle piazze.
Dopo la morte di San Francesco, Antonio, che aveva lasciato Padova per trascorrere il tempo in solitudine a Campistro (oggi Camposanpiero) decise di tornare in città ma morì durante il breve viaggio il 13 Giugno 1231.
Meno di un anno dopo, Papa Gregorio IX lo proclamò Santo.
Trentadue anni dopo la sua morte apparve un libro contenente la lista dei suoi sessantatrè miracoli autenticati. Due anni dopo a Padova venne costruita una basilica in suo onore.
Ogni anno la basilica attira circa tre milioni e mezzo di pellegrini che lasciano al Santo anelli, catene d’oro, orecchini, olio e persino vestiti matrimoniali completi di velo, calze e scarpe, e che venerano il suo corpo e la sua lingua ancora intatta e custodita con cura.
Il Messaggero di Sant’Antonio, una pubblicazione mensile fondata nel 1890 come semplice bollettino parrocchiale, riceve circa 200.000 lettere all’anno. Oggi il Messaggero è una delle riviste con più alta distribuzione in Italia, con i suoi 1,3 milioni di copie e le sue 13 edizioni in 8 lingue.