Museo Antiquarium Longobardo di Monselice

Al piano terra della Biblioteca del Castello di Monselice è stato allestito nell’anno 1998  il Museo Antiquarium Longobardo. Il Museo ospita una piccola necropoli longobarda proveniente dal sito archeologico situato nel Colle della Rocca, lungo il percorso del Mastio Federiciano.
I Longobardi, popolazione germanica originaria della Scandinavia, conquistarono Monselice nel 602 d.C. con il Re Agilulfo, impossessandosi inoltre delle antiche fortificazioni bizantine sul Colle della Rocca.
La necropoli, risalente alla prima metà del VII sec., è formata da cinque tombe con all’interno sette corpi di guerriero e di bambino longobardi e dal loro corredo funerario.  Le tombe e i corpi sepolti, ricomposti nell’attuale sede del Museo, mostrano fedelmente la posizione di ritrovamento. Il ricco corredo funerario è formato da armi, dall’umbone di uno scudo (l’elemento centrale sporgente dello scudo), da oggetti personali (pettini in osso, fibbie e pendenti di cintura) e da una splendida piccola croce in lamina d’oro, con decorazioni riportanti motivi di animali intrecciati.
Il Museo, è un forte punto di partenza per la visita al percorso archeologico del Colle della Rocca e del Museo alla sommità nel Mastio Federiciano.

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Complesso Monumentale San Paolo di Monselice

Il Complesso Monumentale di San Paolo, ha come principale obiettivo la valorizzazione dell’ex Chiesa di San Paolo, con le sue numerose epoche edilizie, ed al tempo stesso della millenaria storia della città di Monselice. Un duplice percorso di visite permetterà di valorizzare l’Area Archeologica custodita all’ interno del Complesso e di dar vita al Museo della Città, un riferimento culturale in cui la comunità cittadina si possa riconoscere e che ne esalti l’identità. Un progetto attivo nella conservazione, creazione e diffusione di conoscenza, ma anche un punto di partenza per la scoperta del territorio euganeo e delle sue molteplici risorse storico-artistiche, paesaggistiche ed eno-gastronomiche.

Lo stile museale è quello dell’esperienza multi-sensoriale attiva, capace di accompagnare il visitatore di ogni età in un viaggio alla scoperta della storia di Monselice,dalla Preistoria ai nostri giorni. Un viaggio che sorprende fin dai primi passi, all’interno di una delle Chiese più antiche e nobili della città. Un viaggio che si snoda in due percorsi: il Museo della Città e l’Area degli Scavi dell’ex Chiesa di San Paolo, in cui ciascun visitatore si sente protagonista, dove i reperti e l’allestimento appagano la curiosità e stimolano la curiosità. I reperti sono valorizzati da percorsi a temi che ne esaltano la funzione di “oggetti narranti” delle varie storie della città. L’allestimento si ispira tra la città e il paesaggio circostante: valorizza il legame diretto con il territorio invitando il visitatore a guardare fuori dalle finestre e ricostruisce un legame indiretto grazie a un uso particolare di forme e immagini. Un Museo per tutti, accessibile sotto il profilo fisico, culturale e on line.

I contenuti sono racchiusi in due percorsi distinti e autonomi, seppur complementari: l’Area degli Scavi del Complesso monumentale di San Paolo, alla cui storia sono dedicate l’area occupata dalla prima chiesa dell’VIII-IX sec. d.C. ed il Museo della Città di Monselice che si snoda attraverso l’abside della navata laterale, la sacrestia, l’abside maggiore e la Sala della Buona Morte. Il percorso dell’Area degli Scavi, racconta al visitatore la storia delle diverse fasi di sviluppo architettonico della Chiesa, dall’alto Medioevo al Settecento, degli affreschi che ancor oggi ne abbelliscono le pareti, ma anche degli scavi archeologici svolti all’interno e all’esterno dell’edificio, del restauro e dei progetti di valorizzazione. Il percorso del Museo della Città di Monselice, che segue un ordinamento cronologico-tematico e permette al visitatore di apprezzare le trasformazioni del territorio e la sua storia sociale ed economica, attraverso un excursus che dall’età preromana e romana si snoda attraverso il Medioevo e la dominazione veneziana, il governo austriaco, i conflitti mondiali e il dopoguerra per giungere ai nostri giorni e ad un futuro che la vede tra gli attrattori turistici del territorio euganeo. Nel Marzo del 2017 il Museo è stato inaugurato ed ora è aperto al pubblico in tutto il suo nuovo splendore.

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Museo Archeologico Atestino di Este

Il Museo Nazionale Atestino di Este apre i suo battenti alla conoscenza dei reperti archeologici scavati nella cittadina di Este e nel suo territorio circostante. Merito delle ricchissime informazioni fornite dagli antichi manufatti e dai dati recuperati negli scavi, è possibile ricostruire la storia del popolamento umano fin dall’epoca del paleolitico, passando per il Mesolitico, il Neolitico, l’Età del Bronzo, l’Età del Ferro, soprattutto la civiltà dei Veneti Antichi, l’epoca Romana, per concludere con il Medioevo. Undici sale allestite ed organizzate in ordine cronologico e tematico a disposizione per tutti i visitatori, che possono trovare anche un appassionante luogo di studio. Il Museo è la porta d’ingresso ad un mondo remoto ed ancora sconosciuto, quello dei Veneti Antichi, che appartiene alla nostra presente comunità e ci fa ripercorrere le nostre origini.

Nella sede museale sono ospitati i materiali archeologici più rappresentativi della cultura dei Veneti Antichi, vissuti in nella regione durante tutto il I Millennio a.C.: il visitatore potrà scoprire le varie fasi di un’antica civiltà italica focalizzata a prosperose attività mercantili e di artigianato.

La sezione romana mostra la metamorfosi della città di Ateste, tra il I secolo a. C. e il II secolo d. C., mentre una sezione se pur ridotta ma ugualmente importante, è dedicata alla ceramica di epoca Medioevale, Rinascimentale e Moderna.

Il museo è una tappa obbligata per studiosi e visitatori che vogliano seguire nel dettaglio l’evoluzione dell’Antica Civiltà Veneta: all’interno delle undici sale si possono infatti ammirare i preziosi tesori che più rappresentano la civiltà degli Antichi Veneti che abitarono la nostra regione nel corso del I Millennio a.C. (sono raccolti oltre settemila oggetti e circa duecentomila reperti conservati inoltre nei magazzini del museo e non visibili al pubblico).

La visita al Museo inizia dal primo piano con la sezione Pre-Protostorica e si conclude al piano terra con la sezione Romana e una piccola sezione Medioevale; le esposizioni si articolano nelle undici sale e seguono un ordine rigorosamente cronologico, dai materiali più antichi a quelli più recenti ed inoltre una attenta catalogazione per temi come: gli abitanti, la vita quotidiana, gli usi e costumi funerari ed infine le pratiche religiose.

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Castello di Monselice 

Già esistente come insediamento intorno al terzo millennio a.C., Monselice divenne prima una città romana, dal nome “Mons Silicis”, e poi crebbe fino a trasformarsi in un’ importante roccaforte militare e centro amministrativo, a capo di un vasto territorio che comprendeva il fiume Adige e i Colli Euganei. Nel corso degli anni divenne una città-stato indipendente, fino all’anno 1237, quando fu conquistata da Ezzelino III. Mentre cercava di ottenere il controllo del territorio circostante muovendo guerra contro la città di Padova, Este ed altre roccaforti locali, Ezzelino utilizzò il Castello di Monselice come base. Nel 1338 la cittadella passò sotto il controllo della famiglia Carrara, che governò Padova e le zone limitrofe per quasi un intero secolo. Nel 1405, dopo un assedio di un anno, Monselice entrò a far parte della Repubblica di Venezia. La famiglia Marcello acquistò il Castello e lo trasformò in una residenza a cui, per l’occasione, venne dato un nuovo nome: Ca’ Marcello. Successivamente l’edificio divenne proprietà del Conte Vittorio Cini, che lo restaurò e lo arredò con la sua collezione privata di armi e di mobili, legando il suo nome alla storia del Castello. In cima ad una collina al centro di Monselice si trova la Rocca, dove si possono vedere i resti di una fortificazione costruita nel XIII secolo da Federico II di Svezia.

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Castello del Catajo

Il Castello del Catajo a Battaglia Terme, nacque inizialmente come villa e residenza. Tra il 1570 e il 1573 tuttavia, fu ricostruito ed ampliato su progetto di Andrea da Valle dal Marchese Pio Enea I, un ufficiale della Repubblica di Venezia che si dice avesse inventato l’obice (pezzo d’artiglieria intermedio fra il cannone e il mortaio, con tiro a traiettoria molto curva/proiettile d’artiglieria), e che diede al Castello un’impronta stilistica feudale di forte impatto (oggi conta circa 350 stanze). L’edificio contiene un ciclo di affreschi di Giambattista Zelotti (allievo di Paolo Veronese), che raffigurano i trionfi militari di Pio Enea degli Obizzi. Il Marchese volle un edificio a metà tra il castello militare e la villa principesca. Ampliato nell’800 dagli Asburgo d’Este, diventò più tardi casa imperiale austriaca. Quindi passò agli Asburgo, imperatori d’Austria. Cinte murarie, torrette angolari, un labirintico percorso tra cortili, logge, scale per cavalli, corridoi, scavati nella roccia conducono al piano nobile. qui, un luminoso trionfo di luce e colore si può ammirare perfettamente conservato uno tra i più importanti cicli pittorici auto-celebrativi rinascimentali, opera di Gian Battista Zelotti, pittore prediletto dalla nobiltà veneta, che in 40 riquadri ha raccontato la storia della Famiglia Obizzi. Dopo la Prima Guerra Mondiale il Catajo fu assegnato al governo italiano come ristoro dei danni di guerra. Alla fine degli anni venti, il Castello divenne proprietà della Famiglia Dalla Francesca. Dal 2014 il Catajo è di proprietà di un noto imprenditore veneto, che ha dato vita e prestigio alla magnifica opera monumentale.

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Castello di Lispida – Villa Italia

Appena fuori dalla rete urbana di Monselice, il Castello di Lispida, un monastero medioevale agostiniano, trasformato in residenza nel ‘700. Oggi è un elegante wine resort, dove si degustano i vini prodotti con metodi naturali, con fermentazione in lieviti all’interno giare di terracotta, secondo una prativa di età romana. Si può soggiornare all’interno del castello ed usufruire degli alberi da frutto e delle verdure dell’orto che si possono raccogliere liberamente. La tenuta risale al Medioevo. Nel 1550 Papa Eugenio III affidò la proprietà e la chiesa dedicata a Santa Maria di Ispida ad un ordine di monaci Augustiniani, che vi costruirono un monastero. Le mura che circondano il giardino sono ancora ad oggi visibili. Nel 1792 i Conti Corinaldi acquistarono la proprietà, costruendo una villa sulle rovine del monastero ed avviarono un’attività di produzione vinicola. La tenuta può vantare la cantina storica più grande del Veneto (circa 2000 metri quadrati). Durante la Prima Guerra Mondiale l’edificio divenne il quartier generale di Re Vittorio Emanuele II e da quel momento in poi l’imponente costruzione, con la scalinata di marmo, venne chiamata Villa Italia. La produzione di vino continua ancora oggi ed inoltre è possibile soggiornare nelle splendide stanze-appartamenti destinati alle vacanze per un soggiorno immerso tra le bellezze paesaggistiche e l’atmosfera fiabesca.

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