CHIESE E ABBAZIE

Grazie all’imminente diffusione del cristianesimo nel territorio euganeo ha dato vita a numerose opere architettonico-religiose e a luoghi di culto.

  • L’Abbazia di Praglia è situata nel comune di Teolo ai piedi del monte Lonzina. Trattasi di un monastero benedettino molto antico, fondato nell’XI secolo grazie alla famiglia nobile vicentina dei Maltraversi. Il monastero sul retro a sinistra è composto da quattro chiostri: doppio o della clausura, botanico, pensile e rustico. Un altro ambiente suggestivo è il refettorio monumentale, dove all’interno c’è una grande “Crocifissione” dipinta da Bartolomeo Montagna alla fine del ‘400. Oggi, l’Abbazia di Praglia, è ancora abitata dai monaci benedettini, ospita al suo interno la Biblioteca Monumentale Nazionale che contiene circa 100.000 volumi. La sala superiore è dipinta da 17 tele di G. B. Zelotti, un pittore del tardo Cinquecento, altre tele dello stesso artista sono nel refettorio.
  • L’Antica Chiesa di S. Antonio Abate si trova sul Monte della Madonna a Teolo, è stata costruita sui resti di un antico monastero ed è dedica a Sant’Antonio Abate; quest’ultimo è sempre stato considerato patrono protettore degli allevatori e degli animali domestici. La Chiesa sorge vicino ad una grotta naturale, dove al suo interno si trova una delle sorgenti d’acqua più elevate dei Colli Euganei. Secondo la tradizione tra l’VIII e il IX secolo vi abitò Santa Felicita, la quale avrebbe rinunciato ad una vita di agio e ricchezze per condurre una vita da eremita. Le sue spoglie vennero sepolte nella Basilica di Santa Giustina a Padova.
  • La Chiesa della Beata Vergine della Salute è situata a Este. L’immagine della Beata Vergine Maria con il Bambino Gesù fu fatta dipingere nel 1626 da Giovanni Antonio Capovino (sacerdote dal 1642). La popolazione cominciò a venerare la santa immagine come miracolosa a seguito di alcuni eventi verificati tra il luglio del 1638 e il giugno del 1639, dove avevano suscitato stupore e grande devozione tanto che si richiese la protezione mediante la costruzione di un edificio di culto. All’inizio l’immagine fu chiamata “Madonna dei Miracoli” poi nel terzo decennio dell’Ottocento, prevalse il titolo di “Madonna della Salute”, poiché era il desiderio dell’arciprete del Duomo Gaetano Rizzardi morto il 17 maggio 1834 e sepolto per richiesta del popolo nell’area del presbiterio della Chiesa.

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  • La Chiesa di San Sabino è il simbolo e baricentro del nucleo di Torreglia Alta, ed è la prima e antica Chiesa parrocchiale citata in un documento del 1212. La Chiesa sorge tra due valli: la Valderio e la Vallorto sul Colle della Mira. La Torre campanaria deriva dal toponimo di Turricula, che ha dato origine al nome del Paese. La Chiesa di S. Sabino risale al ‘200 e risulta essere alle dipendenze della Pieve di Luvigliano; nei secoli successivi divenne parrocchiale. È stata ricostruita nel XVII secolo a seguito di un degrado dei suoi edifici e nel 1765 è stata restaurata nelle forme attuali, grazie anche al sostegno economico del famoso sacerdote e letterato Jacopo Facciolati, figlio più importante di Torreglia.
  • La Chiesa di San Bartolomeo è situata nel borgo di Valnogaredo, una frazione di Cinto Euganeo, sui Colli Euganei. Era considerata uno dei più importanti e interessanti monumenti religiosi in Veneto del Settecento; la fondazione è legata alla presenza della nobile famiglia veneziana dei Contarini che fin dal XV secolo possedevano in questa zona vasti possedimenti terrieri. I Contarini fecero costruire la Chiesa con la canonica vicino alla loro abitazione chiamata “Villa Contarini” che ancora oggi rappresenta la parte più importante del paese.
  • La Chiesa di San Giorgio rappresenta il punto più importante di Tramonte, una frazione del comune di Teolo. Il paese si trova su una conca dei Colli Euganei ed è adagiato su tre colli: il Boscalbò, il Lonzina e il Sengiari. Tramonte, a differenza degli altri borghi del territorio Euganeo, non è racchiuso intorno a una piazza, ma circondato da case e ville. È circondata da alcune pietre incise risalenti ai lavori di restauro del 1934. Nello stesso colle si possono trovare tracce delle fondamenta dei fossati del castello antico e medievale dei Maltraversi, ovvero i fondatori del monastero di Praglia. Durante il periodo napoleonico la sede della parrocchia fu trasportata a Santa Maria di Praglia. In questi anni la Chiesa fu trascurata e nel 1873 si fecero importanti valori di restauro e modifiche alla struttura: la navata fu rialzata, i due altari in legno furono rifatti in marmo e alcuni anni dopo fu ricostruito il campanile che prese l’attuale forma di torre merlata. La sede della Chiesa di Tramonte tornò a Praglia e San Giorgio divenne di sostegno.

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  • La Chiesa di San Martino è situato nel cuore del centro di Este, a pochi passi da Piazza Maggiore lungo la via Principe Umberto. I primi documenti che attestano la presenza della Chiesa risalgono all’inizio dell’XI secolo, ma sicuramente la sua fondazione è ancora più antica: alcuni studiosi la collegano in età longobarda o carolingia, il quale deriva il nome San Martino Tours che era vescovo francese vissuto nel VI secolo d.C. L’abside è stata ampliata all’inizio del ‘300 integrando la Chiesetta di San Lorenzo, mentre nel ‘600 il corpo centrale della Chiesa è stato allungato circa di 4 mt e suddiviso in tre navate, inserendo il campanile. La facciata a capanna fa ammirare lo stile architettonico prettamente romanico e la struttura dell’abside è composta da un tamburo cilindrico con cupola emisferica e tetto a cono. L’elemento più visibile della Chiesa di San Martino è il campanile pendente, il quale risulta avere una struttura antichissima di tutto il monumento. Su un lato del campanile c’è un’iscrizione gotica che celebra la figura del Santo a cui è stato preso il nome della Chiesa e riporta l’anno di ricostruzione dell’edificio nel 1923. Da non dimenticare alcune opere d’arte: nella cappella maggiore troviamo l’altare del Seicento in marmo con tabernacolo e due sculture di “Angeli” di Antonio Bonazza, sulla navata sinistra è collocato l’altare cinquecentesco in marmi colorati della famiglia Rota. Statue raffiguranti sono: Santo Stefano, San Rocco e San Sebastiano dove ora si trovano al Museo Nazionale Atestino.
  • La Chiesa di San Martino si trova a Luvigliano, frazione di Torreglia; la sua fondazione risale all’età carolingia, anche se il primo documento è risalente all’anno 1077. La Chiesa subì diversi ampliamenti, aggiungendo il battistero e il cimitero, finché nel 1474 venne demolita e ricostruita nel luogo in cui si trova al giorno d’oggi; questa decisione fu presa dal Vescovo di Padova Jacopo Zeno, il quale si era innamorato del colle dove sorgeva la Chiesa ed ordinò che venisse costruita una casa per i prelati.
  • La Chiesa di Santa Giustina è sede parrocchiale di Teolo, si trova in uno dei punti più elevati del paese, sulle pendici del Monte della Madonna. La Chiesa ha subito un primo restauro nel 1310 e nell’anno 1400 si iniziò la costruzione dell’alto campanile, isolato dalla Chiesa e di stile romanico. L’edificio sacro fu ampliato tra il 1851 e il 1853 mettendo l’apertura di cappelle laterali e aggiungendo il battistero. All’interno si possono ammirare due pale dell’altare seicentesche di Francesco Apollodoro e di Pietro Liberi, e due sculture che raffigurano due santi di Tommaso Bonazza e di Francesco Rizzi.
  • La Chiesa di San Biagio è situata a Castelnuovo di Teolo, un borgo ai piedi del Monte Venda. Anticamente la Chiesa era collocata poco lontano della sede attuale, sul Sasso di San Biagio, uno sperone roccioso dove la famiglia dei Maltraversi aveva fatto costruire un castello per il controllo militare della zona. I lavori di costruzione della Chiesa furono avviati nel 1584 e nel 1604, il Vescovo Marco Corner attribuì il titolo della giurisdizione ecclesiastica all’attuale edificio di culto; il campanile fu innalzato all’inizio del ‘900.

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  • La Pieve di Santa Giustina viene chiamata anche Duomo Vecchio di Monselice. Questa antica Chiesa è intitolata come la protomartire padovana, è uno dei luoghi di culto più preziosi e ricchi di storia di Monselice; si trova lungo la via del Santuario delle Sette Chiesette e del Mastio Federiciano. La Chiesa è in stile romanico ed è affiancata da un alto campanile merlato che presenta elementi decorativi gotici. L’interno si presenta con un’unica grande navata, al centro si trova l’abside quadrangolare e infine possiamo trovare due cappelle laterali. Sulle pareti dell’abside si possono ammirare degli affreschi trecenteschi; sull’altare maggiore troviamo il Polittico di Santa Giustina della scuola veneziana del XV secolo. Ci sono altre opere presenti nella Chiesa, come: la tavola quattrocentesca che raffigura la Madonna dell’Umiltà, la statua cinquecentesca di S. Giustina, una stele funeraria romana del I° secolo d.C., quattro bassorilievi marmorei settecenteschi e varie tele di scuola veneta del ‘600 e del  ‘700.
  • Il Duomo di Santa Tecla è la chiesa di maggior importanza a Este ed è anche il più antico luogo di culto cristiano della cittadina. La sua fondazione è risalente al IV-V secolo d.C. Furono ritrovati dei resti preesistenti di un edificio religioso e venne costruita la prima chiesa dedicata a Santa Tecla (ovvero una vergine e martire dell’Anatolia – Turchia). Nel corso degli anni e dei secoli l’edificio religioso ha subito molti interventi e ricostruzioni infatti, l’attuale struttura è di origine barocca e racchiude all’interno un gran numero di opere d’arte come: “la Pala del Tiepolo” e la “Composizione scultorea” del Corradini, tutte e due queste opere sono di origine settecentesche. Durante l’epoca medievale la costruzione fu ingrandita progressivamente e la Chiesa arrivò ad avere cinque navate. L’arciprete Francesco Antonio Francazani volle fare l’inversione dell’abside, ovvero girare l’abside verso oriente e l’ingresso ad occidente. Durante i lavori di restauro eseguiti dal 1583 al 1592 la facciata, secondo Vincenzo Scamozzi, venne ricostruita verso il nuovo centro che si era creato attorno alle piazzette e alla Piazza Maggiore. Un forte terremoto colpì l’edificio religioso nel 1688, danneggiando la Chiesa in modo radicale e fu necessario la completa demolizione. Per realizzare la nuova costruzione venne incaricato Antonio Gaspari, architetto veneziano collaboratore del Longhena, il quale progettò un’opera architettonica unica nel suo genere. I lavori iniziarono nel 1690 con la posa della prima pietra da parte del Vescovo Gregorio Barbarigo, ma i lavori si protrassero fino al terzo decennio del ‘700 con opere meravigliose che non portarono però l’esecuzione della facciata, che secondo il progetto di Gaspari doveva essere ricoperta di marmi e statue. La facciata ora si presenta completamente restaurata con un aspetto maestoso in struttura di mattoni faccia a vista e con 3 aperture frontali.

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EREMI

  • L’Eremo di Santa Maria Annunziata si trova sul Monte Rua, nel comune di Torreglia al centro dei Colli Euganei. Secondo alcuni documenti la sua fondazione si deve a due eremiti appartenenti alla comunità di S. Mattia di Murano, dove nel 1339 ottennero il permesso dal vescovo di Padova per costruire la Chiesa in memoria della Madonna. Le grandissime e imponenti mura racchiudono 14 celle; all’interno si trovano una cappella, un altare, un bagno e una legnaia; all’esterno un piccolo orto recintato da un muretto, il cancello in ferro che lo separa dalla foresteria che fu fatto costruire dalla famiglia dei Contarini nel 1550. Nel corso degli anni l’eremo fu ampliato, poiché era simbolo di spiritualità di tutta la zona del Veneto. Al giorno d’oggi l’Eremo è abitato dai Frati Camaldonesi in Clausura, ma in particolari periodi dell’anno i monaci accettano visite esterne dei parenti.
  • L’Eremo di Santa Domenica è situato nel comune di Monselice precisamente sul Monte Ricco dove fu costruito un monastero e una chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista. Nel 1920 il Conte Vittorio Cini fece costruire in questo luogo una bellissima villa con fontane, terrazze e giardino; nel 1974 la villa fu donata dal conte ai Frati Minori Conventuali, chiedendo che venisse chiamata “Eremo di Santa Domenica”, in memoria della nonna a cui il Conte era affezionato. I frati all’inizio utilizzarono la struttura per ospitare e curare i malati, in seguito la struttura diventò luogo spirituale. Oggi è presente una comunità dove si assistono i giovani con differenti problematiche.
  • I Ruderi del Monastero degli Olivetani si trovano sulla sommità del Monte Venda, in un luogo difficile da raggiungere ma con grande suggestione paesaggistica e con un’atmosfera mistica. Dell’immenso Monastero di San Giovanni Battista del Venda si possono ancora vedere parti della chiesa, la torre campanaria e la cripta, salvati dalla rovina grazie a recenti interventi di restauro. Dopo la metà del Trecento il Monastero visse un periodo di crisi e nel 1380 il Vescovo di Padova decise di unire la comunità del Venda con i Monaci Olivetani, ovvero una congregazione Benedettina aristocratica. L’unione diede nuovo slancio spirituale ed economico al Monastero, il quale fu ampliato nelle strutture con i vasti appezzamenti fondiari. L’esistenza del monastero si concluse nel 1771 quando la Repubblica di Venezia decretò la soppressione, fecero trasferire i monaci e mise all’asta tutti i possedimenti, i quali passarono la proprietà alla famiglia Erizzo. Gli edifici vennero usati come luogo di riparo per pastori e purtroppo caddero molto rapidamente in rovina.

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  • L’Oratorio della Santa Croce si trova a Cervarese in provincia di Padova ed è stato il più antico luogo di culto cristiano. Sono risalenti nell’anno 874 i primi documenti scritti dalla diocesi di Padova; questi scritti narrano della donazione avvenuta dal Vescovo Rorio ai Benedettini padovani di Santa Giustina. Nel tardo Medioevo iniziò la decadenza fino a che i Veneziani dal XV secolo la fecero divenire Chiesa dipendente della Pieve di Montegaldella e la diedero in custodia ad alti ecclesiastici ed infine al seminario di Venezia. L’edificio con un’unica navata, ha una pianta a forma di croce e sulle pareti interne ci sono tracce di affreschi che si riferiscono ad epoche diverse dal 1000 al 1500. Questa Chiesa sostituì quella antica risalente al XII-XIII secolo, le strutture sono state rinvenute durante scavi archeologici. L’edificio è stato restaurato negli anni ’80 del secolo scorso, ora è usato come sala per convegni e manifestazioni culturali.

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